INDICE


ANTEFATTO

CACCIA ALL'ERRORE

LOTTO IN ITALIA

ORIGINI DEL GIOCO


IMBROGLI AL LOTTO



ANTEFATTO:
Nel 1996 si discuteva della proposta di Walter Veltroni di aggiungere al lotto una estrazione settimanale in favore dell'arte
(la proposta fu poi approvata)

Ci furono diversi contributi al dibattito (ad esempio Miriam Mafai)
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/09/12/il-lotto-si-fa-in-due-per.html

tra cui una lettera sul lotto come "tributo iniquo"
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/09/22/le-lettere.html
LA LOTTERIA E' UN TRIBUTO INIQUO? ' LA REPUBBLICA' del 12 settembre riporta con enfasi la gioia del ministro delle Finanze e del ministro dei Beni Culturali nel presentare il nuovo gioco del lotto infrasettimanale, destinato a finanziare la cultura. Certamente non capita tutti i giorni di poter annunciare un aumento di risorse pubbliche che non comporti nuove tasse, sempre impopolari, ma visto che il provvedimento si ispira apertamente alla ' National lottery' britannica, vi sono alcune considerazioni alle quali un governo di centrosinistra non deve sottrarsi. La ' National lottery' si presenta non solo come "tassa sull' ignoranza", visto che si tratta di un tributo pagato volontariamente malgrado la probabilità di vincita inferiore allo 0.0001%, ma si tratta soprattutto di un tributo regressivo, cioè pagato in misura tanto maggiore quanto minore è il reddito dello scommettitore. L' esperienza inglese, così come ovunque altrove, mostra che i milioni di giocatori che ogni settimana affollano le ricevitorie hanno un reddito medio-basso. Bersaglio delle critiche di sinistra alla National lottery è stato anche l' uso fatto dei fondi raccolti; in parte trasformati nei 150 miliardi di lire di profitti annui della concessionaria privata della lotteria, e in parte usati per finanziare attività culturali a beneficio della ' upper class' , come opera, teatro e gallerie di arte moderna, cui hanno poco o nessun accesso i tipici giocatori della lotteria. Il lotto per la cultura può dunque diventare facilmente una tassa occulta che redistribuisce ricchezza dalle fasce più povere della popolazione a vantaggio di quelle più ricche. La gestione diretta della lotteria da parte dello Stato e le prime scelte di destinare i fondi al restauro di complessi monumentali come il castello di Melfi o l' ospedale dei poveri di Napoli, attenuano questo aspetto, soprattutto grazie alle ricadute occupazionali, ma non lo cancellano. Il patrimonio culturale italiano ha disperatamente bisogno di un aumento di risorse, ma non converrebbe adottare una tassa più trasparente, maggiormente a carico degli effettivi beneficiari? Luca Einaudi Cambridge (Gran Bretagna)



Domenica 13 ottobre 1996, sempre su questo tema, esce sul giornale La Repubblica un articolo di un professore (emerito chimico e biologo) che "spiega"  al volgo il funzionamento del gioco del lotto. Il professore confessa di non essere un matematico e in effetti commette degli errori (sia banali di calcolo, sia sul meccanismo del lotto, sia di calcolo delle probabilità) che suggeriamo di scovare: successivamente l'autore ammise l'errore.

Tuttavia l'idea di fondo è giusta: in effetti lo stato ci guadagna (altrimenti non converrebbe impiantare il gioco del lotto) e possiamo pensare al lotto come una tassa "volontaria", ma basata sull'ignoranza, nel senso che non ci si rende conto, giocando al lotto, di stare pagando una tassa volontaria.


Riportiamo di seguito il testo dell'articolo e successivamente alcune notizie, reperibili on line, sull'accaduto



ed è aperta la CACCIA ALL'ERRORE!!!


13 ottobre 1996 - http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/10/13/perche-al-lotto-si-puo-solo-perdere.html

Il gioco d'azzardo può considerarsi un "tributo". I premi non rispettano il calcolo delle probabilità

Perché al lotto si può solo perdere.


Si discute in questi giorni sul "giuoco del lotto". In una rilettura di Benedetto Croce ho trovato il seguente passo: "Non si dimentichi che Garibaldi in quell'anno (1860) abolì in Napoli perfino la fonte settimanale e dei sogni della povera gente, il giuoco del lotto: laddove un regime che  che più di sessantanni dopo gli successe in Italia ebbe tra le prime sue sollecitudini, prima ancora di una sua corrotta e corruttrice Accademia d'Italia, la creazione di una bisca  ufficiale in una piccola e deliziosa città italaiana ... (Benedetto Croce, "La mia filisofia", Adelfi, Milano 1993)

Non sono un matematico di professione, ma uno studioso che impiega "il calcolo delle probabilità" in una varietà di problemi che vanno dalla Termodinamica alla Biologia Teorica, alla Teoria dell'Informazione. Mi sono perciò divertito a fare alcuni semplicissimi calcoli che cercherò di illustrare anche a lettori che, come lo stesso Croce, non amano la Matematica (purtroppo non sono pochi!)

Il caso più semplice è un "giuoco binario". Si basa sull'estrazione di un numero, 0 oppure 1, da un'urna contente un numero eguale e sufficientemente grande di questri due numeri. La probabilità matematica "a priori" di estrazione di uno di questi due numeri e uguale a 1/2. Il premio "onesto" allo scommettitore è il suo inverso, cioè 2 volte la posta (compresa la posta).

La roulette. I numeri sono 37 (0,1,2...,36). Il numero 0 è a favore del banco. La probabilità di un dato numero vincente è 1/37. Il premio conferito a uno scommettitore è 36 volte la posta, il premio matematico "onesto", è invece 37 volte la posta. Il rapporto tra premio "conferito" e premio "onesto" è 1,03.  Non si può non condividere l'affermazione del grande mateamtico Von Neumann, secondo il quale il modo matematicamente sicuro di vincere alla roulette richiede il possesso della roulette (non so se Von Neumann avesse letto "Il giocatore" di Dostoevskij).

Il giuoco del lotto. I numeri estraibili da un'urna sono 90 (1,2,3,...,90). Vi sono 10 "ruote" corrispondenti ciascuna a 5 numeri estratti. Dobbiamo considerare cinque casi possibili:

1) La probabilità "a priori" di estrazione di un dato numero su una data ruota è 1/90. Se la scommessa è sulle 10 ruote, diventa 1/9. Il premio matematicamente "onesto" per lo scommettitore su di una ruota, su un dato numero, dovrebbe essere 90 volte la posta. Il premio conferitogli è 11,6 volte la posta. Il rapporto tra queste due quantità è 7,76 (che è enorme!)


2) La probabilità matematica "condizionale" di estrazione di una data coppia di numeri (ambo) su una data ruota è (1/90)x(1/90).
Il premio matematicamente "onesto" per lo scommettitore dovrebbe essere 90x90 volte la posta. Il premio conferitogli è invece 250 volte la posta. Il rapporto tra queste due quantità è 32,4 (ancora più enorme!)


3)
La probabilità matematica "condizionale" di estrazione di una data "terna" di numeri su una data ruota è (1/90)x(1/90)x(1/90). Il premio matematicamente "onesto" per lo scommettitore dovrebbe essere 90x90x90=270.000 volte la posta. Il premio conferitogli è invece 4250 volte la posta. (Il rapporto è 63,5 !)


4)
La probabilità matematica "condizionale" di estrazione di una data "quaterna" di numeri su una data ruota è (1/90)x(1/90)x(1/90)x(1/90). Il premio matematicamente "onesto" per lo scommettitore dovrebbe essere 90x90x90x90=3.600.000 volte la posta. Il premio conferitogli è 80.000 volte la posta, il rapporto è 45.


5)
La probabilità matematica "condizionale" di estrazione di una data "cinquina" di numeri su una data ruota è (1/90)x(1/90)x(1/90)x(1/90)x(1/90). Il premio matematicamente "onesto" per lo scommettitore dovrebbe essere 90x90x90x90x90=450.000.000 volte la posta. Il premio conferitogli è 80.000 volte la posta, il rapporto è 45.


E' evidente che le probabilità calcolate si basano sull'ipotesi, più che valida, che siano applicabili le "leggi dei grandi numeri" (nel 1995 sono state scommesse 5.414.000.000.000 lire). Inoltre, è da ricordare sia i premi "matematici" che quelli "conferiti" nel caso di una ruota, vanno divisi per 10 se la scommessa è giocata su "tutte le ruote".
 
Mi sembra che questi semplici calcoli forniscano dei risultati impressionanti. Qualunque persona si rifiuterebbe di scommettere 1000 lire in un giuoco binario (0 e1, "testa o croce") sapendo di vincere molto meno della posta in caso di successo. Scommette però 1000 lire al giuoco del lotto accettando di vincere 11.600 lire in caso di successo, invece di 90.000, non rendendosi conto dell'enorme divario perché non ha alcuna nozione del concetto di probabilità. Il caso diventa paradossale per chi scommette 1000 lire su una "cinquina" sperando di vincere 1.000.000 di lire mentre il premio che gli spetterebbe, in caso di successo, è di 450.000.000 di lire.


Mi viene in mente la storia che ci raccontò un anziano professore di Chimica quando eravamo studenti all'Università di Roma. Era bambino e viveva a Siena; una mattina impose con insistenza a sua zia di scommettere al lotto un suo piccolissimo risparmio (centesimi) su una data cinquina di numeri sulla ruota di quella città. La cinquina fu estratta puntulamente e la zia acquistò una capretta. Un premio matematicamente "onesto" le avrebbe consentito di acquistargli forse una casa.

In conclusione non posso non essere d'accordo con Luca Einauidi che, in una lettera da Cambridge pubblicata su "Repubblica" sotto il titolo "La lotteria è un tributo iniquo?", mette in dubbio l'opportunità di estendere la "tassa sull'ignoranza" anche a fini culturali. Il fine, per quanto nobile, a mio parere, non sempre giustifica i mezzi.

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                                                                                      L'Autore è (all'epoca) docente della Facoltà di Scienze dell'Università di Tor Vergata




Per facilitare il compito della caccia all'errore bisogna prima di tutto osservare che, chiaramente 9x9x9=93=729, 9x9x9x9=94=6.561, 9x9x9x9x9=95=59.049

Inoltre va detto che i premi "conferiti" si riferiscono ad ambi, terni, quaterne, e cinquine in cui si vince se escono i numeri, senza tenere conto dell'ordine in cui escono, mentre l'autore dell'articolo, si irferisce chiaramente al caso in cui i numeri siano i primi estratti e nell'ordine stabilito. Tra l'altro all'epoca non era possibile giocare su una cinquina estratta specificando esattamente l'ordine di uscita dei numeri.

Infine una osservazione: all'epoca dell'articolo c'erano solo dieci ruote ed oggi sono 11 (è stata aggiunta la ruota Nazionale), in linea teorica ci potrebbero essere anche 100 ruote. Se il ragionamento per cui se la probabilità di un dato ambo su una data ruota è (o meglio fosse) 1/90, allora la probabilità di ambo su tutte le ruote è 10x(1/90)=1/9 fosse esatto, allora, nel caso ipotetico di 100 ruote avremmo una probabilità di 100x(1/90)=10/9. Ma ciò è chiaramente impossibile.....

Altri commenti sono reperibili al sito http://www.dmf.unicatt.it/~paolini/divulgazione/matopin/AML/AML.html

MA SIETE INVITATI A TROVARNE ALTRI!!!





IL LOTTO IN ITALIA
- http://www.lottomaticaitalia.it/lotto/gioco/stato_lotto.html
Nel 1861 furono apportate alle poste in premio tre sostanziali modifiche:

Il 27 settembre 1863, quando ormai l'Italia era un regno unito, il Lotto entrò ufficialmente a far parte delle entrate previste nel bilancio statale.

Da qui, il Lotto si diffuse in tutti gli altri stati italiani (Piemonte, Stato Pontificio, Veneto, Regno delle Due Sicilie, ecc) anche se con caratteristiche diverse.

Nel gennaio 1864 un Regio Editto determinò un primo riordinamento del gioco: le ruote erano appena 6 e le giocate possibili erano quelle per la sorte dell'ambo semplice, del terno e della quaterna.

Soltanto nel 1871, a unificazione realmente avvenuta, furono scelte otto città italiane (Bari, Firenze, Milano, Palermo, Roma, Torino e Venezia) denominate comunemente ruote o compartimenti a cui si aggiunsero, nel 1939, Cagliari e Genova.

Quasi trent'anni più tardi, nel 1891, il regolamento delle poste in premio venne nuovamente modificato, nella forma valida fino alle modifiche del 2005.
I premi divennero:

L'8 luglio del 1933 venne introdotto anche il gioco della cinquina (pagato 1.000.000 di volte la posta), e aumentato il premio della quaterna (da 60.000 a 80.000 volte la posta).
Era ormai nato il Gioco del Lotto che noi tutti oggi conosciamo.

 

GLI ULTIMI CAMBIAMENTI NEL LOTTO IN ITALIA - http://www.lottomaticaitalia.it/lotto/gioco/novita.html

Il 2005 è stato un anno di grandi novità per il Gioco del Lotto: il 16 marzo, infatti, è stata effettuata la prima estrazione che prevedeva la nuova sorte dell'estratto determinato.

Oltre a puntare sull'uscita di un singolo numero, i giocatori possono ora scegliere anche la posizione di estrazione di uno o più numeri prescelti.
Sempre nel 2005, sono stati aumentati i moltiplicatori di vincita: a beneficiarne maggiormente è stata la cinquina, il cui moltiplicatore è passato da 1.000.000 a 6.000.000 di volte la posta. 6.000.000 di euro è ora la vincita massima ottenibile con un singolo scontrino di giocata.

Dal 4 maggio 2005 alle 10 ruote tradizionali si è aggiunta la ruota Nazionale, le cui estrazioni hanno luogo a Roma. Inoltre, a partire dal 21 giugno 2005, la sorte può essere tentata più frequentemente poiché le estrazioni settimanali sono diventate tre: nelle giornate di martedì, giovedì e sabato.

Il 2006 ha invece visto la nascita del Lotto Istantaneo una nuova modalità opzionale di gioco che permette al giocatore di concorrere con la stessa giocata effettuata per il Lotto tradizionale (numeri e sorti) a un’estrazione istantanea e personale. Per ogni giocata verranno estratti 5 numeri diversi, che saranno riportati su un apposito scontrino, grazie al quale il giocatore può confrontare i 5 numeri giocati con quelli estratti casualmente dal sistema e scoprire istantaneamente se ha vinto.



Sul sito http://www.tuttelelotterie.it/diz_termini.aspx   si possono recuperare le quote e i rapporti tra premio matematicamente onesto e premio effettivamente conferito




ORIGINE DEL GIOCO
- http://www.lottomaticaitalia.it/lotto/gioco/origini_gioco.html

L'IDEA DEI LOTTI

L'abbinamento di giocate a premi costituiti da "lotti" sembra avere origine olandese. Ad Amersfoort, non lontano da Amsterdam, nel 1500 alcuni cittadini pensarono di sfruttare la passione del gioco per regolare alcune proprietà non facilmente divisibili. L'idea ebbe successo, ed in seguito venne regolamentato il "Lotto di Olanda".

A Venezia, verso la metà del '600, veniva organizzata dal Consiglio dei Pregadi, l'antico Senato veneziano, una lotteria il cui montepremi era appunto "un lotto" di immobili. La lotteria venne chiamata "Lotto del Ponte di Rialto", e il montepremi complessivo aveva un valore vicino ai centomila ducati: una vera fortuna per l’epoca.

Si poteva partecipare all'estrazione acquistando "bollettini" al prezzo di due scudi ciascuno.






IMBROGLI AL LOTTO





13 gennaio 1999 IL FATTO:  Due dipendenti dell'intendenza di finanza e un vigile urbano sono arrestati, assieme ad altre persone, con l'accusa di avere truccato le estrazioni del lotto.
Nell'ottobre del 1999 viene celebrato il processo e si torna a parlare dello scandalo e del lotto.



DA REPUBBLICA -ON LINE-
14 gennaio 1999 - http://www.repubblica.it/online/fatti/lotto/lotto/lotto.html

Da almeno sei anni le estrazioni erano pilotate  Rendevano riconoscibili venti bussolotti su novanta

Truccavano il lotto A Milano 9 in manette
Al bambino chiamato a "pescare" i numeri della ruota venivano fatte scegliere le sfere trattate con il lucido

Erano anni, almeno sei, che le estrazioni del Lotto a Milano erano truccate. Lo hanno accertato gli agenti del commissariato di Cinisello Balsamo che hanno arrestato nove persone in un blitz denominato 'Dea bendata'. La polizia ha anche sequestrato alcuni miliardi di lire, in possesso degli indagati.

In dicembre sono stati arrestati Massimiliano Cassitti, 24 anni, suo fratello Mario, 27 anni, Raffaele Di Palma, 24 anni, Massimo Zinco, 29 anni, e Francesco Di Palma, 33 anni, tutti di Foggia, e Sergio Pellegrini, 35 anni, di Brugherio (Milano). Accusati di associazione per delinquere finalizzata all'estorsione, sono stati bloccati mentre tentavano di estorcere altro denaro a dipendenti dell'Intendenza di Finanza. Nel prosieguo dell'inchiesta, sono stati arrestati, l'altro ieri, due impiegati dell'Intendenza di Milano, Giorgio Raggi, 42 anni, di Milano, e Maddalena Vilella, 56 anni, di Cinisello, e il vigile urbano Francesco Curatoli, 53 anni, anche lui di Cinisello. E' stato invece denunciato a piede libero G.A., 58 anni, pure di Cinisello, impiegato dell'Intendenza, ritenuto il deus ex machina dell'intera vicenda. La sua collaborazione ha impresso una svolta all'indagine.

Il sistema utilizzato per truccare le estrazioni era quello di permettere ad un bambino incaricato di estrarre dall'urna i bussolotti - sempre lo stesso e legato ad una delle persone coinvolte nell'inchiesta - di riconoscere alcune sfere. Come? Una particolare mascherina che non chiudeva completamente la visuale rendeva visibili le sfere, alcune delle quali - riferite ai primi venti numeri - venivano trattate e rese più lucide a differenza delle altre che erano opacizzate. Le persone coinvolte nell'indagine erano così in grado di prevedere con ragionevole certezza l'uscita di alcuni di questi venti numeri. E puntarci sopra con frequenza anche molto denaro.

Le indagini sono cominciate circa un anno fa quando cominciarono a circolare a Cinisello Balsamo voci insistenti di persone arricchitesi con il Lotto. "Le nostre indagini - ha detto il dirigente del commissariato, Pepè - riscontrarono che la notizia era in qualche modo vera". Cominciarono ad essere sentite alcune persone, parte delle quali lavoravano all'Intendenza di Finanza e in particolare erano addette alle estrazioni del Lotto. Dopo qualche mese, alcuni di coloro che erano sottoposti ad indagine, cominciarono a collaborare con gli agenti: dapprima riluttanti, poi più convinte, sostenendo di essere entrate nel 'giro' quasi per gioco.

"Vuoi vedere - aveva detto uno di loro - che riusciamo a tirare fuori una, due o addirittura tre palline?". E in effetti si accorsero che era possibile. Cominciarono a puntare soldi, prima piccole somme, poi sempre più forti. Ma le voci girano ed altre persone hanno cominciato a giocare numeri quasi sicuri.

A un certo punto alcuni alcuni indagati avrebbero tentato di far cessare la truffa, ma hanno cominciato a subire pressioni da parte di chi voleva che il facile arricchimento continuasse. Alcuni di questi indagati avrebbero anche subito degli attentati, come esplosioni di colpi di pistola contro le saracinesche di attività commerciali dei familiari, oppure contro le proprie autovetture. E dopo questi episodi, anche perché spinti dai congiunti terrorizzati, alcuni indagati hanno deciso di collaborare con decisione. Si è arrivati così all'arresto delle prime sei persone (quattro delle quali con precedenti di polizia).

Il personaggio principale dell'intera vicenda - G.A., impiegato dell'Intendenza di Finanza di Milano, trasferito in un altro ufficio su sua richiesta - è stato indagato a piede libero con l'accusa di truffa ai danni dello Stato. Le indagini hanno poi confermato che era lui, insieme ad altri (fra i quali i tre arrestati dell'altro ieri), a "pilotare" almeno in parte l'estrazione. In particolare, il vigile urbano avrebbe avuto un compito di coordinamento, fra raccolta denaro, puntate e reinvestimento delle vincite.

In serata arriva anche il commento del ministro delle Finanze, Vincenzo Visco. E il rammarico. "Apprendo - dice - che alcuni dipendenti del ministero sono implicati in una torbida vicenda legata ad una delle più antiche e popolari manifestazioni di gioco come il Lotto. Al di là del fatto che, a quanto sembra, essi siano stati a loro volta vittime di comportamenti criminosi altrui, l'aspetto più grave che risalta ai miei occhi è che, ancora una volta la buona fede degli italiani è stata tradita da dipendenti infedeli dello Stato".

(m.m.)



(14 gennaio 1999)






14 gennaio 1999 -  http://www.repubblica.it/online/fatti/lotto/lotto1/lotto1.html

Ecco che cosa succede a chi ha scommesso sulle estrazioni finite sotto inchiesta

Forse al giocatore truffato il rimborso della bolletta


di MARCO MADONI



ROMA - E adesso? Accertati oltre sei anni di truffa su una ruota del Lotto che cosa faranno i giocatori della più frequentata scommessa nazionale? E soprattutto come si comporteranno tutti coloro che durante il periodo 'incriminato' hanno visto sfumare sotto il naso una grossa vincita, e magari proprio viziata dalla sequenza milanese? Sono soltanto alcuni degli interrogativi che in queste ore investono scommettitori e addetti ai lavori. Interrogativi ai quali, però, non è sempre facile dare risposta.
Ed ecco perché, per fornire la più autorevole replica possibile, siamo costretti a chiedere aiuto a un alto dirigente dei Monopoli di Stato.

I dubbi del giocatore. In pochi, c'è da dire, avranno conservato la bolletta relativa alle puntate effettuate tra il '90 e il '96 - questo l'arco di tempo a cui presumibilmente si riferisce l'inchiesta scattata a Cinisello Balsamo. E se anche avessero custodito la ricevuta difficilemente potrebbero a questo punto accampare pretese su una vincita non realizzata. Il motivo? Sta tutto nelle norme relativa all burocrazie delle scomesse. Anzi, non c'è proprio. Infatti - ha il sapore di amaro ma le cose stanno così - non esiste al momento alcun riferimento giurisdizionale in materia. E quindi nessuno può decidere alcunché.

E allora, si finirà davvero con l'essere doppiamente truffati? Tutt'al più - viene fatto rilevare ai Monopoli di Stato - il giocatore che dopo la conclusione dell'inchiesta riuscisse a fare riconoscere che i suoi bollettini si riferivano proprio alle estrazioni truccate, potrebbe ottenere il rimborso della giocata. Tutto qua. E senza interessi.

Chi controlla il gioco. Niente più trucchi, dicono sicuri i dirigenti delle scommesse di Stato. Adesso non è più possibile. Il motivo? Semplice. Dal '98 c'è una doppia commissione che segue le estrazioni in ogni singola ruota. Una insediata dalla Lottomatica, concessionaria per lo Stato della scommessa, e una di controllo del ministero delle Finanze. E tutti soggetti a continue turnazioni. E in passato? A ispezionare sulla "pesca" dei numeri c'erano soltanto alcuni funzionari locali del dipartimento delle Entrate. Quasi sempre gli stessi.

(14 gennaio 1999)







15 gennaio 1999 - http://www.repubblica.it/online/fatti/lotto/ancora/ancora.html
 
Dopo le estrazioni pilotate a Milano i sospetti su vincite a Roma e a Genova

Lottotruffa, inchiesta anche su altre ruote

MILANO - Potrebbero estendersi anche ad altre "ruote" le indagini sulle irregolarità commesse sulla ruota del lotto di Milano per pilotare le estrazioni. All'attenzione degli investigatori ci sono alcune "vincite clamorose" realizzate anche in altre parti d'Italia. Si tratta di vincite realizzate in particolare sulla ruote di Roma e di Genova, ma in maggior parte realizzate sempre sulla ruota di Milano nel periodo tra il 1995 e i primi del 1998, quando sono state accertate le irregolarità.

Stamattina, nel commissariato di polizia di Cinisello Balsamo, il commissario Giovanni Pepè ha spiegato che sarebbero state circa un centinaio, tra il '95 e il '97, le estrazioni truccate. Poi ha precisato: "Non possiamo pensare che ci siano state altre estrazioni truccate su altre ruote. Però cercheremo attraverso le vincite di individuare i giocatori che hanno realizzato vincite anomale. Sulle altre ruote ci sono stati in quegli anni altre uscite che sono state segnalate: si tratta di uscite intorno ai 100-200 milioni, su cui si potrebbe indagare".

Il commissario di Cinisello ha spiegato che furono segnalati un terno e una quaterna realizzati con gli stessi numeri. Il dirigente di polizia ha poi aggiunto che sono già stati sequestrati circa 6 miliardi di lire sui conti correnti degli indagati, e che all'indagine collabora anche la Guardia di Finanza.

Quanto ai possibili collegamenti con la bomba esplosa il 22 settembre scorso davanti all'ingresso dell'Intendenza di Finanza a Milano, "in nessun atto - ha precisato il commissario Giovanni Pepè - c'è traccia di questa vicenda". Il commissario ha quindi "escluso" qualsiasi collegamento tra l'attentato e questa inchiesta.

(15 gennaio 1999)





19-gennaio-1999    http://www.repubblica.it/online/fatti/lotto/arresti/arresti.html

Si estende l'inchiesta: altre due persone in manette E a Milano la truffa andava avanti da diciassette anni

Lotto truccato ancora arresti

MILANO - Undici. E' salito a undici il numero delle persone arrestate nello scandalo del lotto truccato. Prima Claudio Olmi, 51 anni, di Cinisello, impiegato all'Intendenza di finanza di Milano e marito di Maddalena Vilella, e poi Ettore Schingo, 37 anni, "quello che raccoglieva le giocate e giocatore di professione"". La posizione di Olmi, arrestato in casa di alcuni suoi parenti a Brescia dopo il fermo della moglie nei giorni scorsi, è molto complessa: su due conti correnti intestati al padre - imprenditore - in due banche di Cinisello Balsamo sono già stati bloccati circa tre miliardi di lire e sono in corso altri accertamenti su operazioni molto sospette. Nel frattempo, in mattinata al commissariato di Cinisello sono giunte altre due segnalazioni da istituti bancari: una persona che si ritiene coinvolta nello scandalo avrebbe tentato di movimentare del denaro; un'altra segnalazione è giunta dal commissariato di Vasto in provincia di Chieti, e riguarda una banca della zona. Non è stato ancora chiarito se si tratti di una segnalazione nuova o di quella di cui si è già avuta notizia ieri.

A ordinare l'arresto di Olmi e Schingo - il primo giocatore finito in manette - è stata la procura di Monza, su richiesta del pubblico ministero Walter Mapelli. La seconda persona arrestata, che è amico del vigile urbano Curatoli, è accusato di associazione per delinquere e di concorso in truffa ai danni dello Stato.

Intanto, a proposito di numeri, si è scoperto che la Dea Bendata del Lotto a Milano ha cominciato a vederci benone diciassette anni fa. Questa è una delle ultime, sconsolanti rivelazioni che viene dall'indagine della procura di Monza sui trucchetti che addomesticavano l'estrazione settimanale attesa da milioni di persone che aspettavano con speranza e fiducia.

Finora si pensava che l'imbroglio datasse dal 1994, quando entra in servizio Giuseppe "Diabolik" Aliberti, astuto impiegato di terzo livello dell'Intendenza di Finanza di Milano, oggi reo confesso e anzi "pentito". I più pessimisti - basandosi, peraltro, su elementi concreti dell'indagine - si erano convinti che il marcio fosse iniziato già qualche anno prima. Ma ora si scopre che almeno dal 1982 le estrazioni sulla ruota di Milano erano nelle mani degli imbroglioni. Diciassette anni. I bambini che furono gli ignari strumenti dei primi pasticci sono ormai uomini fatti.

E la quantità di soldi rubati allo Stato grazie ai suoi funzionari dell'Intendenza di Finanza di Milano diventa incalcolabile, l'inchiesta si allarga a dismisura ma sarà quasi impossibile ricostruire l'elenco delle giocate addomesticate e individuare gli scommettitori "miracolati". Ma ancora più desolante è la seconda notizia che filtra dalle indagini. Possibile che in diciassette anni nessuno si sia accorto di quel che accadeva ogni sabato a Milano? Impossibile. E infatti nel 1988 qualcosa accadde, il meccanismo si inceppò e lo scandalo rischiò di emergere. Ma il ministero delle Finanze riuscì a tenere tutto all' interno, un funzionario dell'Intendenza di Finanza di Milano - indicato come il principale protagonista della faccenda - venne trasferito a Livorno, dove il Lotto non ha ruote. Ma il meccanismo dell'imbroglio non era stato toccato. E nel giro di pochi anni - ammesso che vi sia mai stata una tregua - a Milano tornarono a venire estratte le palline "giuste". Come gli investigatori siano arrivati a retrodatare al 1982 l' inizio della Grande Truffa è - per il momento - un segreto: anche se si rafforza l'ipotesi che, oltre a "Diabolik" Aliberti, altri personaggi legati all'Intendenza di Finanza di Milano abbiano deciso di vuotare il sacco e collaborare alle indagini. Di certo c'è che già nel corso degli interrogatori dei giorni scorsi, ad alcuni dei funzionari dell'Intendenza finiti in manette, il giudice preliminare Giuseppe Airò ha chiesto cosa facessero nel 1982, e se avessero conosciuto il funzionario che nel 1988 il ministero trasferì con grande discrezione a Livorno.

Quella seguita nel 1988, d'altronde, è la stessa prassi che viene attuata all'Intendenza di Milano dieci anni più tardi, quando la truffa rischia di venire di nuovo alla luce: anche in questo caso i panni sporchi vengono lavati in silenzio negli uffici di via Manin, Aliberti viene costretto a traslocare all'ufficio Iva di Monza ma nessuno si sogna di denunciarlo alla magistratura. A insabbiare lo scandalo è Giuseppe Ventre, l'impiegato di settimo livello che dirige il settore Lotto di Milano e che è finito nel registro degli indagati. Secondo il ben informato "anonimo" finito agli atti dell'inchiesta, lo stesso Ventre avrebbe personalmente scommesso sui numeri truccati, attraverso un prestanome. Ma ai magistrati, che nel corso degli interrogatori stanno facendo molte domande sul conto del funzionario, stanno arrivando per ora solo smentite: Ventre sapeva, ma non avrebbe approfittato in prima persona dell'imbroglio.

Difficilmente, invece, verrà smentita un'altra circostanza che emerge dalle intercettazioni: la Grande Truffa era destinata a proseguire indisturbata fino a chissà quando, nella assenza pressoché totale dei controlli, se l'imprevisto non avesse fatto irruzione sulla scena. L'imprevisto è rappresentato dal clan di balordi pugliesi - collegati, secondo la polizia, ad ambienti criminali di un certo rango - che vengono a sapere dell'allegra gestione delle estrazioni a Milano e decidono di prenderne il controllo. Ma lo fanno con la delicatezza di una mandria di elefanti in una esposizione di cristalli, senza accontentarsi di entrate anche cospicue, minacciando sfracelli ogni volta che un bambino "sbaglia" un'estrazione, e sollevando - insomma - un fracasso che inevitabilmente arriva alle orecchie della polizia. E la moglie di Aliberti, in una telefonata intercettata, li rimprovera amaramente: "Avete rovinato tutto".

(19 gennaio 1999)
 





8 ottobre 1999 - http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/10/08/scandalo-lotto-processo-per-110.html

Scandalo Lotto, processo per 110

Repubblica — 08 ottobre 1999   pagina 24   sezione: CRONACA

MONZA - Con 110 richieste di rinvio a giudizio si è conclusa la prima fase dell' inchiesta "Dea Bendata", condotta dal sostituto procuratore di Monza Walter Mapelli, sulle estrazioni del lotto truccate sulla ruota di Milano. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, estorsione, minacce, falso in atto pubblico, detenzione e porto abusivo di armi. Il rinvio a giudizio è stato chiesto, oltre che per gli organizzatori della truffa, anche per alcuni giocatori del lotto e alcuni titolari di ricevitorie. Degli indagati, due sono tuttora in carcere. Le 110 richieste di rinvio a giudizio concludono il primo filone dell' inchiesta. Ne restano aperti altri quattro, con un altro centinaio di indagati. Le estrazioni truccate, secondo quanto ha accertato il magistrato, sarebbero state 13, nel periodo compreso fra il 15 aprile 1995 e l' 11 aprile 1998. Il danno stimato è di circa 200 miliardi di lire mentre sono state sequestrate agli indagati somme per un totale di 52,3 miliardi. Un trucco semplice semplice, un oscuro impiegato, un funzionario metodico, un po' di complici e un sistema di estrazioni che, nonostante i controlli formali, faceva acqua da tutte le parti: sono questi gli ingredienti di una delle più straordinarie truffe italiane. Il trucco è sfuggito dalle mani degli organizzatori ed il passaparola lo ha fatto diventare un segreto di Pulcinella. Il panorama che si scorge nelle carte della richiesta di rinvio a giudizio è impressionante. Uno dei componenti dell' organizzazione, il vigile urbano di Cinisello Francesco Curatoli, finito in carcere all' avvio delle indagini, avrebbe vinto "almeno 4 miliardi". Giuseppe Aliberti, funzionario dell' Intendenza di Finanza, la "mente" della truffa poi pentito, ha confessato di aver vinto 500 milioni. Era addetto alle estrazioni e, lucidando alcune delle 90 sfere, con la complicità del bambino bendato (ma non del tutto) riuscì a condizionare per anni il gioco.