INDICE
ANTEFATTO
CACCIA ALL'ERRORE
LOTTO
IN ITALIA
ORIGINI DEL GIOCO
IMBROGLI AL LOTTO
ANTEFATTO:
Nel 1996 si discuteva della proposta di Walter Veltroni di aggiungere
al lotto una estrazione settimanale in favore dell'arte
(la proposta fu poi approvata)
Ci furono diversi contributi al dibattito (ad esempio Miriam Mafai)
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/09/12/il-lotto-si-fa-in-due-per.html
tra cui una lettera sul lotto come "tributo iniquo"
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/09/22/le-lettere.html
LA LOTTERIA E' UN TRIBUTO INIQUO? ' LA REPUBBLICA'
del 12 settembre
riporta con enfasi la gioia del ministro delle Finanze e del ministro
dei Beni Culturali nel presentare il nuovo gioco del lotto
infrasettimanale, destinato a finanziare la cultura. Certamente non
capita tutti i giorni di poter annunciare un aumento di risorse
pubbliche che non comporti nuove tasse, sempre impopolari, ma visto che
il provvedimento si ispira apertamente alla ' National lottery'
britannica, vi sono alcune considerazioni alle quali un governo di
centrosinistra non deve sottrarsi. La ' National lottery' si presenta
non solo come "tassa sull' ignoranza", visto che si tratta di un
tributo pagato volontariamente malgrado la probabilità di
vincita
inferiore allo 0.0001%, ma si tratta soprattutto di un tributo
regressivo, cioè pagato in misura tanto maggiore quanto minore
è il
reddito dello scommettitore. L' esperienza inglese, così come
ovunque
altrove, mostra che i milioni di giocatori che ogni settimana affollano
le ricevitorie hanno un reddito medio-basso. Bersaglio delle critiche
di sinistra alla National lottery è stato anche l' uso fatto dei
fondi
raccolti; in parte trasformati nei 150 miliardi di lire di profitti
annui della concessionaria privata della lotteria, e in parte usati per
finanziare attività culturali a beneficio della ' upper class' ,
come
opera, teatro e gallerie di arte moderna, cui hanno poco o nessun
accesso i tipici giocatori della lotteria. Il lotto per la cultura
può
dunque diventare facilmente una tassa occulta che redistribuisce
ricchezza dalle fasce più povere della popolazione a vantaggio
di
quelle più ricche. La gestione diretta della lotteria da parte
dello
Stato e le prime scelte di destinare i fondi al restauro di complessi
monumentali come il castello di Melfi o l' ospedale dei poveri di
Napoli, attenuano questo aspetto, soprattutto grazie alle ricadute
occupazionali, ma non lo cancellano. Il patrimonio culturale italiano
ha disperatamente bisogno di un aumento di risorse, ma non converrebbe
adottare una tassa più trasparente, maggiormente a carico degli
effettivi beneficiari? Luca Einaudi Cambridge (Gran Bretagna)
Domenica 13 ottobre 1996, sempre su questo tema, esce sul giornale La
Repubblica un articolo di un professore (emerito chimico e biologo) che
"spiega" al volgo il funzionamento del gioco del lotto. Il
professore confessa di non essere un matematico e in effetti commette
degli errori (sia banali di calcolo, sia sul meccanismo del lotto, sia
di calcolo delle probabilità) che suggeriamo di scovare:
successivamente l'autore ammise l'errore.
Tuttavia l'idea di fondo è giusta: in effetti lo stato ci
guadagna (altrimenti non converrebbe impiantare il gioco del lotto) e
possiamo pensare al lotto come una tassa "volontaria", ma basata
sull'ignoranza, nel senso che non ci si rende conto, giocando al lotto,
di stare pagando una tassa volontaria.
Riportiamo di seguito il testo dell'articolo e successivamente alcune
notizie, reperibili on line, sull'accaduto
ed è aperta la CACCIA ALL'ERRORE!!!
13 ottobre 1996
- http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/10/13/perche-al-lotto-si-puo-solo-perdere.html
Il gioco d'azzardo può
considerarsi un "tributo". I premi non rispettano il calcolo delle
probabilità
Perché al lotto si può solo perdere.
Si discute in questi giorni sul "giuoco del lotto". In una rilettura di
Benedetto Croce ho trovato il seguente passo: "Non si dimentichi che
Garibaldi in quell'anno (1860) abolì in Napoli perfino la fonte
settimanale e dei sogni della povera gente, il giuoco del lotto:
laddove un regime che che più di sessantanni dopo gli
successe in Italia ebbe tra le prime sue sollecitudini, prima ancora di
una sua corrotta e corruttrice Accademia d'Italia, la creazione di una
bisca ufficiale in una piccola e deliziosa città italaiana
... (Benedetto Croce, "La mia filisofia", Adelfi, Milano 1993)
Non sono un matematico di professione, ma uno studioso che impiega "il
calcolo delle probabilità" in una varietà di problemi che
vanno dalla Termodinamica alla Biologia Teorica, alla Teoria
dell'Informazione. Mi sono perciò divertito a fare alcuni
semplicissimi calcoli che cercherò di illustrare anche a lettori
che, come lo stesso Croce, non amano la Matematica (purtroppo non sono
pochi!)
Il caso più semplice è un "giuoco binario". Si basa
sull'estrazione di un numero, 0 oppure 1, da un'urna contente un numero
eguale e sufficientemente grande di questri due numeri. La
probabilità matematica "a priori" di estrazione di uno di questi
due numeri e uguale a 1/2. Il premio "onesto" allo scommettitore
è il suo inverso, cioè 2 volte la posta (compresa la
posta).
La roulette. I numeri sono 37 (0,1,2...,36). Il numero 0 è a
favore del banco. La probabilità di un dato numero vincente
è 1/37. Il premio conferito a uno scommettitore è 36
volte la posta, il premio matematico "onesto", è invece 37 volte
la posta. Il rapporto tra premio "conferito" e premio "onesto" è
1,03. Non si può non condividere l'affermazione del grande
mateamtico Von Neumann, secondo il quale il modo matematicamente sicuro
di vincere alla roulette richiede il possesso della roulette (non so se
Von Neumann avesse letto "Il giocatore" di Dostoevskij).
Il giuoco del lotto. I numeri estraibili da un'urna sono 90
(1,2,3,...,90). Vi sono 10 "ruote" corrispondenti ciascuna a 5 numeri
estratti. Dobbiamo considerare cinque casi possibili:
1) La probabilità "a priori" di estrazione di un dato numero su
una data ruota è 1/90. Se la scommessa è sulle 10 ruote,
diventa 1/9. Il premio matematicamente "onesto" per lo scommettitore su
di una ruota, su un dato numero, dovrebbe essere 90 volte la posta. Il
premio conferitogli è 11,6 volte la posta. Il rapporto tra
queste due quantità è 7,76 (che è enorme!)
2) La probabilità matematica "condizionale" di estrazione di una
data coppia di numeri (ambo) su una data ruota è (1/90)x(1/90). Il
premio matematicamente "onesto" per lo scommettitore dovrebbe essere
90x90 volte la posta. Il premio
conferitogli è invece 250 volte la posta. Il rapporto tra queste
due quantità
è 32,4 (ancora più enorme!)
3) La probabilità matematica "condizionale" di
estrazione di una data "terna" di numeri su una data ruota è
(1/90)x(1/90)x(1/90). Il premio
matematicamente "onesto" per lo scommettitore dovrebbe essere
90x90x90=270.000 volte la posta. Il premio
conferitogli è invece 4250 volte la posta. (Il rapporto
è 63,5 !)
4) La probabilità matematica
"condizionale" di estrazione di una data "quaterna" di numeri su una
data ruota è (1/90)x(1/90)x(1/90)x(1/90).
Il premio matematicamente "onesto" per lo scommettitore
dovrebbe essere 90x90x90x90=3.600.000 volte la posta. Il premio
conferitogli è 80.000 volte la posta, il rapporto
è 45.
5) La probabilità matematica "condizionale" di
estrazione di una data "cinquina" di numeri su una data ruota è
(1/90)x(1/90)x(1/90)x(1/90)x(1/90).
Il premio matematicamente "onesto" per lo scommettitore
dovrebbe essere 90x90x90x90x90=450.000.000 volte la posta. Il premio
conferitogli è 80.000 volte la posta, il rapporto
è 45.
E' evidente che le probabilità calcolate si basano sull'ipotesi,
più che valida, che siano applicabili le "leggi dei grandi
numeri" (nel 1995 sono state scommesse 5.414.000.000.000 lire).
Inoltre, è da ricordare sia i premi "matematici" che quelli
"conferiti" nel caso di una ruota, vanno divisi per 10 se la scommessa
è giocata su "tutte le ruote".
Mi sembra che questi semplici calcoli forniscano dei risultati
impressionanti. Qualunque persona si rifiuterebbe di scommettere 1000
lire in un giuoco binario (0 e1, "testa o croce") sapendo di vincere
molto meno della posta in caso di successo. Scommette però 1000
lire al giuoco del lotto accettando di vincere 11.600 lire in caso di
successo, invece di 90.000, non rendendosi conto dell'enorme divario
perché non ha alcuna nozione del concetto di probabilità.
Il caso diventa paradossale per chi scommette 1000 lire su una
"cinquina" sperando di vincere 1.000.000 di lire mentre il premio che
gli spetterebbe, in caso di successo, è di 450.000.000 di lire.
Mi viene in mente la storia che ci raccontò un anziano
professore di Chimica quando eravamo studenti all'Università di
Roma. Era bambino e viveva a Siena; una mattina impose con insistenza a
sua zia di scommettere al lotto un suo piccolissimo risparmio
(centesimi) su una data cinquina di numeri sulla ruota di quella
città. La cinquina fu estratta puntulamente e la zia
acquistò una capretta. Un premio matematicamente "onesto" le
avrebbe consentito di acquistargli forse una casa.
In conclusione non posso non essere d'accordo con Luca Einauidi che, in
una lettera da Cambridge pubblicata su "Repubblica" sotto il titolo "La
lotteria è un tributo iniquo?", mette in dubbio
l'opportunità di estendere la "tassa sull'ignoranza" anche a
fini culturali. Il fine, per quanto nobile, a mio parere, non sempre
giustifica i mezzi.
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L'Autore è (all'epoca) docente della Facoltà di Scienze
dell'Università di Tor Vergata
Per facilitare il compito della caccia all'errore bisogna prima di
tutto osservare che, chiaramente 9x9x9=93=729,
9x9x9x9=94=6.561, 9x9x9x9x9=95=59.049
Inoltre va detto che i premi "conferiti" si riferiscono ad ambi, terni,
quaterne, e cinquine in cui si vince se escono i numeri, senza tenere
conto dell'ordine in cui escono, mentre l'autore dell'articolo, si
irferisce chiaramente al caso in cui i numeri siano i primi estratti e
nell'ordine stabilito. Tra l'altro all'epoca non era possibile giocare
su una cinquina estratta specificando esattamente l'ordine di uscita
dei numeri.
Infine una osservazione: all'epoca dell'articolo c'erano solo dieci
ruote ed oggi sono 11 (è stata aggiunta la ruota Nazionale), in
linea teorica ci potrebbero essere anche 100 ruote. Se il ragionamento
per cui se la probabilità di un dato ambo su una data ruota
è (o meglio fosse) 1/90, allora la probabilità di ambo su
tutte le ruote è 10x(1/90)=1/9 fosse esatto, allora, nel caso
ipotetico di 100 ruote avremmo una probabilità di
100x(1/90)=10/9. Ma ciò è chiaramente impossibile.....
Altri commenti sono reperibili al sito http://www.dmf.unicatt.it/~paolini/divulgazione/matopin/AML/AML.html
MA SIETE INVITATI A TROVARNE ALTRI!!!
IL LOTTO IN ITALIA - http://www.lottomaticaitalia.it/lotto/gioco/stato_lotto.html
Nel 1861 furono apportate alle poste in premio tre sostanziali
modifiche:
- fu abolito l'ambo nominato (E il gioco di due numeri: oltre ai
numeri, si dovevano indovinare le posizioni che essi avrebbero avuto
all'uscita.)
- il premio per la sorte del terno venne ridotto a sole 5.000 volte
la posta
- il premio per la sorte dalla quaterna fu ridotto a sole 60.000
volte la posta.
Il 27 settembre 1863, quando ormai l'Italia era un regno unito, il
Lotto entrò ufficialmente a far parte delle entrate previste nel
bilancio statale.
Da qui, il Lotto si diffuse in tutti gli altri stati italiani
(Piemonte, Stato Pontificio, Veneto, Regno delle Due Sicilie, ecc)
anche se con caratteristiche diverse.
Nel gennaio 1864 un Regio Editto determinò un primo
riordinamento del gioco: le ruote erano appena 6 e le giocate possibili
erano quelle per la sorte dell'ambo semplice, del terno e della
quaterna.
Soltanto nel 1871, a unificazione realmente avvenuta, furono scelte
otto città italiane (Bari, Firenze, Milano, Palermo, Roma,
Torino e Venezia) denominate comunemente ruote o compartimenti a cui si
aggiunsero, nel 1939, Cagliari e Genova.
Quasi trent'anni più tardi, nel 1891, il
regolamento delle poste in premio venne nuovamente modificato, nella
forma valida fino alle modifiche del 2005.
I premi divennero:
- estratto semplice: 11,236 volte la posta
- ambo: 250 volte la posta
- terno: 4250 volte la posta
- quaterna: 60.000 volte la posta.
L'8 luglio del 1933 venne introdotto anche il gioco della cinquina
(pagato 1.000.000 di volte la posta), e aumentato il premio della
quaterna (da 60.000 a 80.000 volte la posta).
Era ormai nato il Gioco del Lotto che noi tutti oggi conosciamo.
GLI ULTIMI CAMBIAMENTI NEL LOTTO
IN ITALIA - http://www.lottomaticaitalia.it/lotto/gioco/novita.html
Il 2005 è stato un anno di grandi novità per il Gioco
del Lotto: il 16 marzo, infatti, è stata effettuata la prima
estrazione che prevedeva la nuova sorte dell'estratto determinato.
Oltre a puntare sull'uscita di un singolo numero, i giocatori
possono ora scegliere anche la posizione di estrazione di uno o
più numeri prescelti.
Sempre nel 2005, sono stati aumentati i moltiplicatori di vincita: a
beneficiarne maggiormente è stata la cinquina, il cui
moltiplicatore è passato da 1.000.000 a 6.000.000 di volte la
posta. 6.000.000 di euro è ora la vincita massima ottenibile con
un singolo scontrino di giocata.
Dal 4 maggio 2005 alle 10 ruote tradizionali si è aggiunta la
ruota Nazionale, le cui estrazioni hanno luogo a Roma. Inoltre, a
partire dal 21 giugno 2005, la sorte può essere tentata
più frequentemente poiché le estrazioni settimanali sono
diventate tre: nelle giornate di martedì, giovedì e
sabato.
Il 2006 ha invece visto la nascita del Lotto Istantaneo una nuova
modalità opzionale di gioco che permette al giocatore di
concorrere con la stessa giocata effettuata per il Lotto tradizionale
(numeri e sorti) a un’estrazione istantanea e personale. Per ogni
giocata verranno estratti 5 numeri diversi, che saranno riportati su un
apposito scontrino, grazie al quale il giocatore può confrontare
i 5 numeri giocati con quelli estratti casualmente dal sistema e
scoprire istantaneamente se ha vinto.
Sul sito http://www.tuttelelotterie.it/diz_termini.aspx
si possono recuperare le quote e i rapporti tra premio matematicamente
onesto e premio effettivamente conferito
ORIGINE DEL GIOCO - http://www.lottomaticaitalia.it/lotto/gioco/origini_gioco.html
L'IDEA DEI LOTTI
L'abbinamento di giocate a premi costituiti da "lotti" sembra avere
origine olandese. Ad Amersfoort, non lontano da Amsterdam, nel 1500
alcuni cittadini pensarono di sfruttare la passione del gioco per
regolare alcune proprietà non facilmente divisibili. L'idea ebbe
successo, ed in seguito venne regolamentato il "Lotto di Olanda".
A Venezia, verso la metà del '600, veniva organizzata dal
Consiglio dei Pregadi, l'antico Senato veneziano, una lotteria il cui
montepremi era appunto "un lotto" di immobili. La lotteria venne
chiamata "Lotto del Ponte di Rialto", e il montepremi
complessivo aveva un valore vicino ai centomila ducati: una vera
fortuna per l’epoca.
Si poteva partecipare all'estrazione acquistando "bollettini" al
prezzo di due scudi ciascuno.
IMBROGLI AL LOTTO
13 gennaio 1999 IL
FATTO: Due dipendenti dell'intendenza di finanza e un vigile
urbano sono arrestati, assieme ad altre persone, con l'accusa di avere
truccato le estrazioni del lotto.
Nell'ottobre del 1999 viene celebrato il processo e si torna a parlare
dello scandalo e del lotto.
DA REPUBBLICA -ON LINE-
14 gennaio 1999 - http://www.repubblica.it/online/fatti/lotto/lotto/lotto.html
Da almeno sei
anni le estrazioni erano pilotate Rendevano riconoscibili venti
bussolotti su novanta
Truccavano il lotto A
Milano 9 in manette
Al bambino chiamato a
"pescare" i numeri della ruota venivano fatte scegliere le sfere
trattate con il lucido
Erano anni,
almeno sei,
che le estrazioni del Lotto a Milano erano
truccate. Lo hanno accertato gli agenti del commissariato di Cinisello
Balsamo che hanno arrestato nove persone in un blitz denominato 'Dea
bendata'. La polizia ha anche sequestrato alcuni miliardi di lire, in
possesso degli indagati.
In dicembre sono stati arrestati Massimiliano Cassitti, 24 anni, suo
fratello Mario, 27 anni, Raffaele Di Palma, 24 anni, Massimo Zinco, 29
anni, e Francesco Di Palma, 33 anni, tutti di Foggia, e Sergio
Pellegrini, 35 anni, di Brugherio (Milano). Accusati di associazione
per delinquere finalizzata all'estorsione, sono stati bloccati mentre
tentavano di estorcere altro denaro a dipendenti dell'Intendenza di
Finanza. Nel prosieguo dell'inchiesta, sono stati arrestati, l'altro
ieri, due impiegati dell'Intendenza di Milano, Giorgio Raggi, 42 anni,
di Milano, e Maddalena Vilella, 56 anni, di Cinisello, e il vigile
urbano Francesco Curatoli, 53 anni, anche lui di Cinisello. E' stato
invece denunciato a piede libero G.A., 58 anni, pure di Cinisello,
impiegato dell'Intendenza, ritenuto il deus ex machina
dell'intera vicenda. La sua collaborazione ha impresso una svolta
all'indagine.
Il sistema utilizzato per truccare le estrazioni era quello di
permettere ad un bambino incaricato di estrarre dall'urna i bussolotti
- sempre lo stesso e legato ad una delle persone coinvolte
nell'inchiesta - di riconoscere alcune sfere. Come? Una particolare
mascherina che non chiudeva completamente la visuale rendeva visibili
le sfere, alcune delle quali - riferite ai primi venti numeri -
venivano trattate e rese più lucide a differenza delle altre che
erano opacizzate. Le persone coinvolte nell'indagine erano così
in grado di prevedere con ragionevole certezza l'uscita di alcuni di
questi venti numeri. E puntarci sopra con frequenza anche molto denaro.
Le indagini sono cominciate circa un anno fa quando cominciarono a
circolare a Cinisello Balsamo voci insistenti di persone arricchitesi
con il Lotto. "Le nostre indagini - ha detto il dirigente del
commissariato, Pepè - riscontrarono che la notizia era in
qualche modo vera". Cominciarono ad essere sentite alcune persone,
parte delle quali lavoravano all'Intendenza di Finanza e in particolare
erano addette alle estrazioni del Lotto. Dopo qualche mese, alcuni di
coloro che erano sottoposti ad indagine, cominciarono a collaborare con
gli agenti: dapprima riluttanti, poi più convinte, sostenendo di
essere entrate nel 'giro' quasi per gioco.
"Vuoi vedere - aveva detto uno di loro - che riusciamo a tirare fuori
una, due o addirittura tre palline?". E in effetti si accorsero che era
possibile. Cominciarono a puntare soldi, prima piccole somme, poi
sempre più forti. Ma le voci girano ed altre persone hanno
cominciato a giocare numeri quasi sicuri.
A un certo punto alcuni alcuni indagati avrebbero tentato di far
cessare la truffa, ma hanno cominciato a subire pressioni da parte di
chi voleva che il facile arricchimento continuasse. Alcuni di questi
indagati avrebbero anche subito degli attentati, come esplosioni di
colpi di pistola contro le saracinesche di attività commerciali
dei familiari, oppure contro le proprie autovetture. E dopo questi
episodi, anche perché spinti dai congiunti terrorizzati, alcuni
indagati hanno deciso di collaborare con decisione. Si è
arrivati così all'arresto delle prime sei persone (quattro delle
quali con precedenti di polizia).
Il personaggio principale dell'intera vicenda - G.A., impiegato
dell'Intendenza di Finanza di Milano, trasferito in un altro ufficio su
sua richiesta - è stato indagato a piede libero con l'accusa di
truffa ai danni dello Stato. Le indagini hanno poi confermato che era
lui, insieme ad altri (fra i quali i tre arrestati dell'altro ieri), a
"pilotare" almeno in parte l'estrazione. In particolare, il vigile
urbano avrebbe avuto un compito di coordinamento, fra raccolta denaro,
puntate e reinvestimento delle vincite.
In serata arriva anche il commento del ministro delle Finanze, Vincenzo
Visco. E il rammarico. "Apprendo - dice - che alcuni dipendenti del
ministero sono implicati in una torbida vicenda legata ad una delle
più antiche e popolari manifestazioni di gioco come il Lotto. Al
di là del fatto che, a quanto sembra, essi siano stati a loro
volta vittime di comportamenti criminosi altrui, l'aspetto più
grave che risalta ai miei occhi è che, ancora una volta la buona
fede degli italiani è stata tradita da dipendenti infedeli dello
Stato".
(m.m.)
(14 gennaio 1999)
14 gennaio 1999 - http://www.repubblica.it/online/fatti/lotto/lotto1/lotto1.html
Ecco che cosa succede a
chi ha scommesso sulle estrazioni finite sotto inchiesta
Forse al giocatore truffato il
rimborso della bolletta
di
MARCO MADONI
ROMA -
E
adesso?
Accertati
oltre sei anni di truffa su una ruota del Lotto che cosa
faranno i giocatori della più frequentata scommessa nazionale? E
soprattutto come si comporteranno tutti coloro che durante il periodo
'incriminato' hanno visto sfumare sotto il naso una grossa vincita, e
magari proprio viziata dalla sequenza milanese? Sono soltanto alcuni
degli interrogativi che in queste ore investono scommettitori e addetti
ai lavori. Interrogativi ai quali, però, non è sempre
facile dare risposta.
Ed ecco perché, per fornire la più autorevole replica
possibile, siamo costretti a chiedere aiuto a un alto dirigente dei
Monopoli di Stato.
I dubbi del giocatore. In pochi, c'è da dire,
avranno conservato la bolletta relativa alle puntate effettuate tra il
'90 e il '96 - questo l'arco di tempo a cui presumibilmente si
riferisce l'inchiesta scattata a Cinisello Balsamo. E se anche avessero
custodito la ricevuta difficilemente potrebbero a questo punto
accampare pretese su una vincita non realizzata. Il motivo? Sta tutto
nelle norme relativa all burocrazie delle scomesse. Anzi, non
c'è proprio. Infatti - ha il sapore di amaro ma le cose stanno
così - non esiste al momento alcun riferimento giurisdizionale
in materia. E quindi nessuno può decidere alcunché.
E allora, si finirà davvero con l'essere doppiamente truffati?
Tutt'al più - viene fatto rilevare ai Monopoli di Stato - il
giocatore che dopo la conclusione dell'inchiesta riuscisse a fare
riconoscere che i suoi bollettini si riferivano proprio alle estrazioni
truccate, potrebbe ottenere il rimborso della giocata. Tutto qua. E
senza interessi.
Chi controlla il gioco. Niente più trucchi, dicono
sicuri i dirigenti delle scommesse di Stato. Adesso non è
più possibile. Il motivo? Semplice. Dal '98 c'è una
doppia commissione che segue le estrazioni in ogni singola ruota. Una
insediata dalla Lottomatica, concessionaria per lo Stato della
scommessa, e una di controllo del ministero delle Finanze. E tutti
soggetti a continue turnazioni. E in passato? A ispezionare sulla
"pesca" dei numeri c'erano soltanto alcuni funzionari locali del
dipartimento delle Entrate. Quasi sempre gli stessi.
(14 gennaio 1999)
15 gennaio 1999 - http://www.repubblica.it/online/fatti/lotto/ancora/ancora.html
Dopo le estrazioni
pilotate a Milano i sospetti su vincite a Roma e a Genova
Lottotruffa, inchiesta anche su
altre ruote
MILANO
- Potrebbero estendersi anche ad altre "ruote" le indagini sulle
irregolarità commesse sulla ruota del lotto di Milano per
pilotare le estrazioni. All'attenzione degli investigatori ci sono
alcune "vincite clamorose" realizzate anche in altre parti d'Italia. Si
tratta di vincite realizzate in particolare sulla ruote di Roma e di
Genova, ma in maggior parte realizzate sempre sulla ruota di Milano nel
periodo tra il 1995 e i primi del 1998, quando sono state accertate le
irregolarità.
Stamattina, nel commissariato di polizia di Cinisello Balsamo, il
commissario Giovanni Pepè ha spiegato che sarebbero state circa
un centinaio, tra il '95 e il '97, le estrazioni truccate. Poi ha
precisato: "Non possiamo pensare che ci siano state altre estrazioni
truccate su altre ruote. Però cercheremo attraverso le vincite
di individuare i giocatori che hanno realizzato vincite anomale. Sulle
altre ruote ci sono stati in quegli anni altre uscite che sono state
segnalate: si tratta di uscite intorno ai 100-200 milioni, su cui si
potrebbe indagare".
Il commissario di Cinisello ha spiegato che furono segnalati un terno e
una quaterna realizzati con gli stessi numeri. Il dirigente di polizia
ha poi aggiunto che sono già stati sequestrati circa 6 miliardi
di lire sui conti correnti degli indagati, e che all'indagine collabora
anche la Guardia di Finanza.
Quanto ai possibili collegamenti con la bomba esplosa il 22 settembre
scorso davanti all'ingresso dell'Intendenza di Finanza a Milano, "in
nessun atto - ha precisato il commissario Giovanni Pepè -
c'è traccia di questa vicenda". Il commissario ha quindi
"escluso" qualsiasi collegamento tra l'attentato e questa inchiesta.
(15 gennaio 1999)
19-gennaio-1999
http://www.repubblica.it/online/fatti/lotto/arresti/arresti.html
Si estende l'inchiesta: altre due
persone in manette E a Milano
la truffa andava avanti da diciassette anni
Lotto truccato ancora arresti
MILANO - Undici. E'
salito a undici il numero delle persone
arrestate nello scandalo del lotto truccato. Prima Claudio Olmi, 51
anni, di Cinisello, impiegato all'Intendenza di finanza di Milano e
marito di Maddalena Vilella, e poi Ettore Schingo, 37 anni, "quello che
raccoglieva le giocate e giocatore di professione"". La posizione di
Olmi, arrestato in casa di alcuni suoi parenti a Brescia dopo il fermo
della moglie nei giorni scorsi, è molto complessa: su due conti
correnti intestati al padre - imprenditore - in due banche di Cinisello
Balsamo sono già stati bloccati circa tre miliardi di lire e
sono in corso altri accertamenti su operazioni molto sospette. Nel
frattempo, in mattinata al commissariato di Cinisello sono giunte altre
due segnalazioni da istituti bancari: una persona che si ritiene
coinvolta nello scandalo avrebbe tentato di movimentare del denaro;
un'altra segnalazione è giunta dal commissariato di Vasto in
provincia di Chieti, e riguarda una banca della zona. Non è
stato ancora chiarito se si tratti di una segnalazione nuova o di
quella di cui si è già avuta notizia ieri.
A ordinare l'arresto di Olmi e Schingo - il primo giocatore finito in
manette - è stata la procura di Monza, su richiesta del pubblico
ministero Walter Mapelli. La seconda persona arrestata, che è
amico del vigile urbano Curatoli, è accusato di associazione per
delinquere e di concorso in truffa ai danni dello Stato.
Intanto, a proposito di numeri, si è scoperto che la Dea Bendata
del Lotto a Milano ha cominciato a vederci benone diciassette anni fa.
Questa è una delle ultime, sconsolanti rivelazioni che viene
dall'indagine della procura di Monza sui trucchetti che addomesticavano
l'estrazione settimanale attesa da milioni di persone che aspettavano
con speranza e fiducia.
Finora si pensava che l'imbroglio datasse dal 1994, quando entra in
servizio Giuseppe "Diabolik" Aliberti, astuto impiegato di terzo
livello dell'Intendenza di Finanza di Milano, oggi reo confesso e anzi
"pentito". I più pessimisti - basandosi, peraltro, su elementi
concreti dell'indagine - si erano convinti che il marcio fosse iniziato
già qualche anno prima. Ma ora si scopre che almeno dal 1982 le
estrazioni sulla ruota di Milano erano nelle mani degli imbroglioni.
Diciassette anni. I bambini che furono gli ignari strumenti dei primi
pasticci sono ormai uomini fatti.
E la quantità di soldi rubati allo Stato grazie ai suoi
funzionari dell'Intendenza di Finanza di Milano diventa incalcolabile,
l'inchiesta si allarga a dismisura ma sarà quasi impossibile
ricostruire l'elenco delle giocate addomesticate e individuare gli
scommettitori "miracolati". Ma ancora più desolante è la
seconda notizia che filtra dalle indagini. Possibile che in diciassette
anni nessuno si sia accorto di quel che accadeva ogni sabato a Milano?
Impossibile. E infatti nel 1988 qualcosa accadde, il meccanismo si
inceppò e lo scandalo rischiò di emergere. Ma il
ministero delle Finanze riuscì a tenere tutto all' interno, un
funzionario dell'Intendenza di Finanza di Milano - indicato come il
principale protagonista della faccenda - venne trasferito a Livorno,
dove il Lotto non ha ruote. Ma il meccanismo dell'imbroglio non era
stato toccato. E nel giro di pochi anni - ammesso che vi sia mai stata
una tregua - a Milano tornarono a venire estratte le palline "giuste".
Come gli investigatori siano arrivati a retrodatare al 1982 l' inizio
della Grande Truffa è - per il momento - un segreto: anche se si
rafforza l'ipotesi che, oltre a "Diabolik" Aliberti, altri personaggi
legati all'Intendenza di Finanza di Milano abbiano deciso di vuotare il
sacco e collaborare alle indagini. Di certo c'è che già
nel corso degli interrogatori dei giorni scorsi, ad alcuni dei
funzionari dell'Intendenza finiti in manette, il giudice preliminare
Giuseppe Airò ha chiesto cosa facessero nel 1982, e se avessero
conosciuto il funzionario che nel 1988 il ministero trasferì con
grande discrezione a Livorno.
Quella seguita nel 1988, d'altronde, è la stessa prassi che
viene attuata all'Intendenza di Milano dieci anni più tardi,
quando la truffa rischia di venire di nuovo alla luce: anche in questo
caso i panni sporchi vengono lavati in silenzio negli uffici di via
Manin, Aliberti viene costretto a traslocare all'ufficio Iva di Monza
ma nessuno si sogna di denunciarlo alla magistratura. A insabbiare lo
scandalo è Giuseppe Ventre, l'impiegato di settimo livello che
dirige il settore Lotto di Milano e che è finito nel registro
degli indagati. Secondo il ben informato "anonimo" finito agli atti
dell'inchiesta, lo stesso Ventre avrebbe personalmente scommesso sui
numeri truccati, attraverso un prestanome. Ma ai magistrati, che nel
corso degli interrogatori stanno facendo molte domande sul conto del
funzionario, stanno arrivando per ora solo smentite: Ventre sapeva, ma
non avrebbe approfittato in prima persona dell'imbroglio.
Difficilmente, invece, verrà smentita un'altra circostanza che
emerge dalle intercettazioni: la Grande Truffa era destinata a
proseguire indisturbata fino a chissà quando, nella assenza
pressoché totale dei controlli, se l'imprevisto non avesse fatto
irruzione sulla scena. L'imprevisto è rappresentato dal clan di
balordi pugliesi - collegati, secondo la polizia, ad ambienti criminali
di un certo rango - che vengono a sapere dell'allegra gestione delle
estrazioni a Milano e decidono di prenderne il controllo. Ma lo fanno
con la delicatezza di una mandria di elefanti in una esposizione di
cristalli, senza accontentarsi di entrate anche cospicue, minacciando
sfracelli ogni volta che un bambino "sbaglia" un'estrazione, e
sollevando - insomma - un fracasso che inevitabilmente arriva alle
orecchie della polizia. E la moglie di Aliberti, in una telefonata
intercettata, li rimprovera amaramente: "Avete rovinato tutto".
(19 gennaio 1999)
8 ottobre 1999 - http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/10/08/scandalo-lotto-processo-per-110.html
Scandalo Lotto, processo per 110
Repubblica — 08 ottobre 1999 pagina 24
sezione: CRONACA
MONZA - Con 110 richieste di rinvio a giudizio si
è conclusa la prima fase dell' inchiesta "Dea Bendata", condotta
dal sostituto procuratore di Monza Walter Mapelli, sulle estrazioni del
lotto truccate sulla ruota di Milano. Le accuse sono di associazione
per delinquere finalizzata alla truffa, estorsione, minacce, falso in
atto pubblico, detenzione e porto abusivo di armi. Il rinvio a giudizio
è stato chiesto, oltre che per gli organizzatori della truffa,
anche per alcuni giocatori del lotto e alcuni titolari di ricevitorie.
Degli indagati, due sono tuttora in carcere. Le 110 richieste di rinvio
a giudizio concludono il primo filone dell' inchiesta. Ne restano
aperti altri quattro, con un altro centinaio di indagati. Le estrazioni
truccate, secondo quanto ha accertato il magistrato, sarebbero state
13, nel periodo compreso fra il 15 aprile 1995 e l' 11 aprile 1998. Il
danno stimato è di circa 200 miliardi di lire mentre sono state
sequestrate agli indagati somme per un totale di 52,3 miliardi. Un
trucco semplice semplice, un oscuro impiegato, un funzionario metodico,
un po' di complici e un sistema di estrazioni che, nonostante i
controlli formali, faceva acqua da tutte le parti: sono questi gli
ingredienti di una delle più straordinarie truffe italiane. Il
trucco è sfuggito dalle mani degli organizzatori ed il
passaparola lo ha fatto diventare un segreto di Pulcinella. Il panorama
che si scorge nelle carte della richiesta di rinvio a giudizio è
impressionante. Uno dei componenti dell' organizzazione, il vigile
urbano di Cinisello Francesco Curatoli, finito in carcere all' avvio
delle indagini, avrebbe vinto "almeno 4 miliardi". Giuseppe Aliberti,
funzionario dell' Intendenza di Finanza, la "mente" della truffa poi
pentito, ha confessato di aver vinto 500 milioni. Era addetto alle
estrazioni e, lucidando alcune delle 90 sfere, con la complicità
del bambino bendato (ma non del tutto) riuscì a condizionare per
anni il gioco.